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QUBO

STATO
Concorso - Finalista
TIPOLOGIA
Bivacco
SITO
Valfurva (SO)
ANNO
2025
TEAM di PROGETTO
Tommaso Campiotti
Michele Morcelli
Filippo Ferrari
Caterina Groaz
Fabrizio Imberti

Il progetto per il nuovo bivacco sullo Stelvio nasce dal desiderio di misurarsi con le condizioni estreme dell’alta quota attraverso un’azione netta ma essenziale: ruotare un volume elementare, il cubo, per adattarlo alla pendenza del terreno. Questo gesto genera una forma compatta, riconoscibile e funzionale, capace di dialogare con l’ambiente senza mimetizzarsi. La rotazione trasforma una geometria astratta in un’architettura ancorata al contesto, definita da una logica chiara e leggibile.

All’interno, il piano orizzontale del pavimento e dei livelli per le cuccette è in contrasto con il volume esterno inclinato e la regolarità dello spazio interno crea un ambiente equilibrato e proporzionato alla misura umana. Lo spazio centrale diventa il cuore del bivacco. Due grandi aperture, sulle facciate est e ovest, incorniciano la valle di Santa Caterina e il ghiacciaio, mentre tre oblò superiori offrono viste sulle cime e assicurano luce naturale.

Il rapporto tra uomo e natura è sottolineato dall’apparente contrasto di questo elemento geometrico pensato e progettato nel rispetto e nella sostenibilità dell’ambiente circostante.

 

Le superfici che si generano tra l’involucro inclinato e l’interno regolare sono sfruttate in modo funzionale: letti a parete, un soppalco, armadiature, vani tecnici e spazi per attrezzatura. Al centro, un tavolo fisso definisce l’area comune. Il bivacco può ospitare fino a 10 persone in configurazione ordinaria (6 letti a parete e 4 sul soppalco), e fino a 14 in caso di emergenza.

Il cubo ha il lato di di 4,30 metri, sottraendo il volume esterno che rispara l’ingresso e lo spazio sottostante il bivacco, il volume risultante è di circa 74 mc.

È concepito per essere assemblato completamente a secco appoggiato su quattro plinti e con una struttura in Xlam che garantisce stabilità alla struttura.

La prefabbricazione e la leggerezza degli elementi permette il trasporto in moduli prefiniti e assemblabili in loco. Inoltre la stratigrafia permette di avere un isolamento adeguato all’alta quota con una finitura interna grezza ma resistente. La semplicità geometrica ne consente la replicabilità e la possibile rilocalizzazione. La struttura portante in Xlam garantisce solidità e isolamento, mentre il rivestimento interno in legno a vista crea un ambiente protetto, caldo e accogliente. L’involucro in lamiera è leggero, resistente e adatto al montaggio in quota, permettendo anche una minima manutenzione.

L’involucro è rivestito in lamiera ondulata, posata seguendo le direttrici generate dalla rotazione. Questa scelta conferisce al volume una forte identità geometrica e rende visibile, anche dall’esterno, la struttura interna del progetto. La copertura inclinata che ne deriva è funzionale allo smaltimento della neve e all’orientamento dei pannelli fotovoltaici, integrati nel disegno delle superfici metalliche. Inoltre un contenitore dell’acqua piovana permette l’immagazzinamento di una quantità in caso di emergenza.

Sul lato a valle, l’inclinazione permette di ricavare un ingresso incassato e protetto, accessibile anche in condizioni climatiche difficili, grazie alla presenza di una scala metallica che non permette l’accumulo di neve.

Il progetto, con una falda unica, richiama e reinterpreta la sagoma della storica Capanna Bernasconi, rinnovandone il ruolo e la funzione. Il bivacco è pensato come un’architettura essenziale, progettata per durare, accogliere e proteggere, in dialogo costante con il paesaggio che lo circonda.